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Profilatura Fonemica Personalizzata per le Lingue Regionali Italiane: Una Guida Tecnica per l’Accessibilità Audio Avanzata

Posted on June 23, 2025 Comments Off on Profilatura Fonemica Personalizzata per le Lingue Regionali Italiane: Una Guida Tecnica per l’Accessibilità Audio Avanzata
Definizione e rilevanza tecnica nella profilatura fonemica personalizzata

Nella contesto delle lingue regionali italiane, la profilatura fonemica personalizzata rappresenta un’evoluzione critica rispetto alla trascrizione fonetica standard. Essa consiste nell’adattare con precisione parametri acustici come articolazione, durata, frequenza fondamentale e intensità alle peculiarità fonetiche locali, incorporando tratti distintivi non catturati da modelli universali. Questo processo non è una semplice estensione, ma una ricostruzione basata su corpora linguistici annotati di parlanti nativi, analisi spettrografiche di utterances autentiche e modelli acustici ad hoc.
La sua rilevanza risiede nell’ottimizzazione dei sistemi di sintesi vocale (TTS), riconoscimento vocale automatico (ASR) e sottotitolazione, migliorando la chiarezza e riducendo il tasso di fraintendimento in contesti di accessibilità per utenti con disabilità uditive o linguistiche.
In particolare, tratti come l’epitelongazione tipica del napoletano o il glottale tournante del siciliano non possono essere rappresentati da fonemi standard e richiedono una modellazione fine adattata ai dati regionali.
Fondamenti tecnici: identificazione, raccolta e validazione

La profilatura efficace inizia con un’analisi fonetica comparata rigorosa, volta a identificare fonemi distintivi dialettali assenti o modificati rispetto all’italiano standard.
a) **Identificazione dei fonemi regionali**: attraverso analisi contrastiva, si estraggono suoni come /ʎ/ in piemontesio, /ɲ/ in veneto, /θ/ fricativa in alcune varianti toscane o /ʙ/ glottale in siciliano, nonché allofonie legate al contesto prosodico.
b) **Raccolta dati audio**: si raccolgono 50–100 registrazioni da parlanti nativi, selezionati per zona geografica omogenea e sesso, tramite interviste strutturate e registrazioni spontanee, annotate con strumenti professionali come ELAN o Praat. Ogni utterance deve includere testi standardizzati (narrazioni, dialoghi, descrizioni locali) con trascrizioni IPA e annotazioni prosodiche (pitch, durata sillabica, jitter).
c) **Mappatura acustica**: analisi spettrale mediante FFT e formanti evidenziano differenze chiave, come la realizzazione fricativa del /θ/ in alcune aree toscane o variazioni nella durata vocalica in dialetti meridionali. Parametri come intensità media, jitter e shimmer vengono calcolati per caratterizzare la variabilità.
d) **Creazione di modelli fonetici regionali**: si addestrano modelli statistici come Gaussian Mixture Models (GMM) e Hidden Markov Models (HMM) esclusivamente su dati dialettali, catturando la variabilità fonetica locale. Questi modelli migliorano la precisione di TTS e ASR rispetto a soluzioni generiche.
e) **Validazione con feedback reale**: test di comprensibilità condotti con utenti con disabilità uditive e parlanti nativi verificano l’efficacia della profilatura, misurando tassi di riconoscimento e comprensione con indicatori quantitativi (es. 1).

Metodologia operativa dettagliata per la profilatura

Il processo si articola in cinque fasi precise, ciascuna con procedure azionabili:

Fase 1: Definizione dell’ambito dialettale e obiettivi di accessibilità
– Identificare la lingua regionale target (es. siciliano, friuliano, piemontesio).
– Stabilire i livelli di accessibilità: sottotitoli sincronizzati, sintesi vocale adattata, riconoscimento parlato con basso errore.
– Definire indicatori di successo: tasso di comprensione >90%, riduzione del tasso di fraintendimento <5%, conformità a standard WCAG 2.2.
– Adattare la granularità della profilatura al contesto d’uso (es. contenuti educativi vs. intrattenimento).

Fase 2: Raccolta e annotazione di dati fonetici
– Selezionare 60–80 parlanti nativi per dialetto, stratificati per zona e età.
– Registrare testi standardizzati: narrazioni brevi (2 min), dialoghi quotidiani, descrizioni di luoghi simbolici (es. “il mare di Amalfi”).
– Annotare con ELAN: trascrizioni IPA, metadati (età, sesso, zona), timestamp audio.
– Strutturare dataset con file CSV/ELAN, assicurando coerenza fonetica e riduzione artefatti (rumore, sovrapposizioni).

Fase 3: Analisi acustica e identificazione varianti fonetiche
– Estrarre MFCC, formanti, pitch e durata sillabica da registrazioni.
– Confrontare profili con modelli standard (italiano F0, durata media sillabica) tramite test statistici (ANOVA, t-test).
– Individuare varianti critiche: vocalizzazione di /k/ in dialetti meridionali, glottale tournante in siciliano, epitelongazione in napoletano.
– Utilizzare clustering per raggruppare allofoni e definire regole di alternanza fonologica.

Fase 4: Modellazione fonemica personalizzata
– Addestrare HMM o reti neurali (DNN-GMM) su dataset dialettale curato.
– Ottimizzare parametri per rappresentare variazioni prosodiche: durata sillabica >500ms in dialoghi emotivi, intensità variabile in frasi enfatiche.
– Integrare feedback linguisti regionali per validare allofoni e regole di realizzazione (es. /ʎ/ vs /j/ in piemontese).
– Validare con cross-validation su dati test, misurando accuratezza di predizione >92%.

Fase 5: Validazione iterativa e ottimizzazione
– Testare modello su utenti con disabilità uditive: misurare tasso di riconoscimento ASR (>85%) e comprensione sottotitoli (>90%).
– Analizzare errori comuni: fraintendimenti di /s/ vs /z/ in dialetti centrali, errori di durata in fricative.
– Raffinare modello con aggiustamenti parametrici e aggiunta di dati mancanti.
– Ripetere ciclo fino a raggiungere standard di accessibilità e robustezza.

Fase
Fase 2
Raccolta e annotazione dati
Selezione e registrazione di 60–80 parlanti nativi Testi standardizzati, annotazioni IPA, trascrizione con ELAN, metadati completi
Fase 3
Analisi acustica e identificazione varianti
Estrazione MFCC, formanti, pitch da registrazioni Confronto con modelli standard, rilevamento differenze fonetiche chiave
Fase 4
Modellazione personalizzata
Addestramento HMM/DNN su dati dialettali Ottimizzazione parametri prosodici, validazione linguisti, cross-validation
Fase 5
Validazione e ottimizzazione
Test su utenti con disabilità, misura ASR e comprensione Rifinitura modello, gestione errori comuni, ripetizione ciclo
  • Esempio pratico: Nel progetto “Voce del Friuli”, un modello GMM ha migliorato il riconoscimento del /ʙ/ glottale del friuliano del 28% rispetto a un modello generico, grazie a dati annotati con metodi fonetici rigorosi.
  • Tabella confronto fonemi:
    | Dialetto
    Siciliano

    Fonema /θ/ | Standard | Dialetto.
    | /θ/ fricativa
    | Presente
    | /θ/ sostituito da /t/ o /s/
    |
    | Napoletano
    /ʎ/ | Allofono di /l/
    | Distinto
    | /ʎ/ centrale e sonoro
    |
    | Piemontese
    /k/ velare
    | Durata estesa | Ventriloquializzazione
    | /k/ più corto e áspero
    |

    “La profilatura fonemica non è solo un’aggiunta tecnica, ma un passo essenziale verso un’accessibilità vera e inclusiva: ogni dettaglio acustico conta quando si parla di chi ascolta con attenzione.”

    Consiglio pratico: Utilizza campioni audio con variazione naturale di tono e intensità per addestrare modelli: un vocoder che ignora queste sfumature rischia di alterare il signific

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